Memoria… io vado a naso!
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28 maggio 2015 - 10:22, by , in blog, No comments

“Non c’è come un odore per risvegliare le memorie”, diceva lo scrittore inglese William McFee.

È davvero così? E se sì, perché questo senso è così sottovalutato?

Sicuro è che avere fiuto nella vita è importante.

La nostra prima memoria olfattiva ci è stata utile nel momento stesso in cui siamo venuti al mondo. Grazie a essa abbiamo riconosciuto l’odore della mamma; se ci avessero lasciato fare, sempre seguendo la traccia olfattiva, saremmo stati in grado di risalire e trovare, in totale autonomia, il suo petto (questo è quello che fanno tuttora i cuccioli di molte altre specie animali).

Già a due mesi di gestazione, il nostro olfatto aveva iniziato a lavorare, e da allora non ha più smesso di trasmettere informazioni al nostro cervello.

Connessa con il sistema limbico, l’area del cervello che elabora l’olfatto comunica direttamente con quello che possiamo definire il nostro cervello emozionale. Ciò rende questo senso in grado di farci associare l’odore che sentiamo con un ricordo e con l’emozione che l’accompagna.

La memoria olfattiva non riguarda solo l’acquisizione delle esperienze passate, ma anche i processi d’apprendimento. Gradevole o sgradevole che sia, un odore è un supporto mnemonico impareggiabile: nessun altro dato sensoriale è altrettanto memorabile, altrettanto resistente al logorio del tempo, altrettanto capace di risvegliare in noi un’ondata di ricordi che pensavamo rimossi, con una dovizia di particolari sorprendente.

Da quando l’olfatto non ci serve più, a differenza dei nostri antenati, per difenderci, orientarci e sopravvivere, sempre meno siamo consapevoli di quanto sia coinvolto e importante nel nostro quotidiano.

Il nostro fiuto è indispensabile per stabilire se un cibo ci intriga oppure no, se una persona ci può piacere, se lei prova interesse per noi, e ci permetterebbe, se fossimo così sensibili da ascoltarlo, di capire in che stato d’animo si trova chi abbiamo vicino, e che emozioni sta provando (la rabbia, per esempio, ha un odore acido).

Insomma, nel mondo animale, in generale, l’atto dell’annusare è uno strumento cognitivo prezioso e incomparabile.

Perché allora viene spesso considerato un senso di serie C? Per quale motivo non è il senso più sfruttato dalle famose mnemotecniche?

I motivi sono molteplici.

Tanto per iniziare, soprattutto nel mondo occidentale, i bambini non ricevono un’educazione olfattiva paragonabile a quella visiva e musicale (auditiva). Nonostante i nostri ricettori olfattivi siano in grado di avvertire più di diecimila odori diversi, è molto raro che da piccoli qualcuno ci abbia “addestrato” a riconoscere gli odori, e ancor più rara è l’abitudine a verbalizzarli.

Molti di noi si potrebbero trovare in difficoltà se gli venisse chiesto di identificare un profumo familiare come quello di una rosa, se non avessero davanti il fiore stesso.

Non sono molte le persone che vantano la facoltà di sentire a piacimento un odore noto anche in sua assenza.

Se paragonata alla facilità con cui si richiamano alla mente immagini e suoni, possiamo considerare ardua la capacità di rievocare un odore.

La memoria olfattiva è più precisa e attendibile di quella cosciente, ma al contrario di quest’ultima, risulta essere molto meno “governabile” e utilizzabile secondo necessità, per un apprendimento di tipo meno esperienziale e più nozionistico.

Questo, però, non è un buon motivo per accantonarla definitivamente.

Anzi, per tutti coloro che sono interessati a tenere il proprio cervello in allenamento, e a sfruttare il più possibile le sue potenzialità, il suggerimento è proprio quello di prestare sempre più attenzione e stimolare questo senso così prezioso.

Come fare?

Mettetevi nelle condizioni di sentire odori differenti.

Ad esempio, fate in modo di avere a disposizione delle boccette di oli essenziali. Vanno benissimo anche dei sacchettini o barattolini che potete preparare in casa, con all’interno prodotti o sostanze aromatiche (lavanda, caffè, petali di rosa, vaniglia, etc). Già alla mattina, appena svegli, permettete al vostro cervello di avere un’esperienza sensoriale diversa dal solito, sentendo un profumo inaspettato.

Abituatevi inoltre, quando ne avete l’occasione, a chiudere gli occhi, e ad “ascoltare con il naso” ciò che vi circonda.

Un mondo di profumi vi aspetta… mentre io vi do appuntamento al prossimo articolo.

 

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