Questa settimana diamo voce alla nostra trainer e responsabile Hr, Laura Fiorentino, che ci spiega cosa accade nel nostro cervello quando compiamo una delle azioni migliori della giornata: ridere. E come quest’azione meravigliosa incida anche sulla capacità di ricordare.
“Un giorno senza sorriso è un giorno perso”, diceva Charlie Chaplin.
“Un giorno senza sorriso, sono un sacco d’informazioni perse”, potremmo dire noi. Si è vero, decisamente meno poetica come frase, ma segui il ragionamento.
Immagina che ti venga raccontata una barzelletta… possibilmente una divertente!
I neuroni, per trasmettere o ricevere informazioni, producono una scarica elettrica a bassissimo voltaggio, generando delle onde elettromagnetiche che possono essere monitorate.
Mentre si ascolta una battuta, la prima cosa che accade è l’accensione dell’emisfero sinistro, dove ha sede l’area verbale, che si attiva per permettere la comprensione. In seguito l’attività elettrica passa nell’area frontale. A questo punto entrambi gli emisferi collaborano per la comprensione della barzelletta, e allo scoppio della risata, ecco che viene coinvolta la zona occipitale (situata nella parte posteriore della volta cranica).
Possiamo quindi dire che ridere attiva il cervello nella sua totalità, e di conseguenza permette la sincronizzazione di tutti i processi mentali, portando a un aumento sperimentato delle facoltà mentali.
I benefici della risata per il nostro cervello e il nostro stato d’animo non finiscono qui.
Per ridere infatti si mettono in moto tutta una serie di muscoli, prevalentemente facciali e addominali, e la respirazione aumenta.
Tutto questo a livello fisico porta all’aumento della produzione di adrenalina e dopamina, due neurotrasmettitori che liberano endorfine ed encefaline. Queste portano alla diminuzione del dolore e della tensione, generando stati di rilassamento e serenità (endorfine), e un miglior funzionamento del sistema immunitario, grazie all’aumento degli anticorpi (encefaline).
È stato dimostrato da molti studi che l’uomo è geneticamente programmato per ridere, come lo è per apprendere ed evolvere.
La frequenza massima di risate, nel genere umano (già, perché non è solo l’Uomo a possedere la risata tra i comportamenti istintivi) si ha intorno ai cinque anni, quando un bambino ride mediamente duecentocinquanta volte al giorno.
E poi cosa accade?
Non si vuole certo dire che crescendo perdiamo l’istinto o la capacità di ridere: quello che succede è che spesso iniziamo a confondere il concetto di “serio” con quello di “serioso”, siamo portati a separare le attività scolastiche e lavorative dal divertimento… e dai suoi benefici.
Basta pensare a uno studente impegnato a preparare un esame che considera difficile: ha la sensazione che le informazioni siano troppe e letteralmente non ci sia più posto nella sua memoria per poterle apprendere.
Spesso si sente indebolito fisicamente; è agitato, teso, e può addirittura, nonostante sia preparato, non passare l’esame arrivando a quel giorno senza più energie.
Un po’ esagerata come descrizione?
È molto più vicina alla realtà di quanto si possa pensare.
Perché accade questo?
Di fatto, in un momento impegnativo nel quale il nostro cervello e il nostro corpo avrebbero bisogno del massimo delle risorse, noi sfruttiamo solo una parte del potenziale che avremmo, non dandogli il giusto nutrimento.
Basta quindi allenarsi a ridere per essere sicuri di apprendere con facilità e godere del miglior stato d’animo per affrontare le prove che ci troviamo davanti?
Parleremo più avanti di cosa possiamo fare di ancora più concreto per sfruttare il divertimento e migliorare il processo di apprendimento.
Per ora ricorda che dieci risate al giorno aiutano a togliere i vuoti di memoria di torno!
3 commenti on "Ricordare di ridere o ridere per ricordare?"
Ahahahahahahahaha......giustissimo. Mi fa tornare in mente un mio amico che guida gli Autobus Municipali a Roma, lui ad ognuno che entra, quando è possibile (se entrano in massa la vedo dura), fa sempre un sorrisone e saluta. Ripeto: Atac Roma!! Spesso da qualche "signorotto" si sente dire: " 'mbeh. Te che c@xxo c'hai da ride....ch'è la festa tua??" La sua risposta è: "No, è pe ricordamme che nun è l'mi funerale!!" Mitico!!!!! Brava Laura.
Come non essere d'accordo con questo articolo? Passo ogni minuto dei miei corsi a cercare di far capire quanto sia importante la leggerezza (non la superficialità) per ottenere risultati.. Grande Laura!
Grazie Laura per questo articolo molto interessante. Pensare che dalla risata possa iniziare il nostro "Allenamento" per apprendere di più e meglio è un aspetto nuovo e interessante , sapevo che si stimolassero le endorfine e non solo ma che si può apprendere di più No. Ottimo articolo .... da ora inizio subito con l'allenamento .... Aspetto le prossime news .......!!!!!