Sono sempre più convinto che la nostra memoria vada preservata.
Questa mia convinzione deriva dal fatto che sempre più nella vita di tutti i giorni la tecnologia inserisce strumenti che ci agevolano e facilitano, ma che in questa maniera ci impigriscono.
Il navigatore satellitare per le strade, Shazam quando dobbiamo ricordarci il titolo di una canzone, Google per qualsiasi altro tipo di informazione sono strumenti efficacissimi, e in generale rappresentano una comodità oggettiva, ed un accesso al mondo praticamente immediato.
L’uso smodato di questi mezzi però è atrofizzante.
Ogni volta che non ci ricorda qualcosa, al posto di fare uno sforzo mnemonico, è molto facile dal proprio smartphone accedere a un motore di ricerca e trovare l’informazione necessaria.
Questo impigrisce il cervello, e non gli permette di fare quello sforzo che è allenamento e nutrimento puro, e che gli permette di mantenersi attivo e sveglio.
Durante i corsi Learning Skills parliamo spessissimo di ginnastica mentale e di quanto sia importante fare in modo che il nostro cervello si abitui a non abituarsi.
La tecnologia è un grandissimo vantaggio, ma può rappresentare anche un rischio se ci abituiamo a far fare le cose a qualcun altro o a qualcos’altro. Dovremmo invece fare un piccolo sforzo, quel tanto necessario per costringere il nostro cervello a fare movimento nerurale, collegando più sinapsi tra loro e tenendo il nostro muscolo mentale sempre in forma.
Allenare il nostro cervello è facile: basta non farlo impigrire.
È stato dimostrato che la neurogenesi è possibile anche in età adulta e non fare uso smodato della tecnologia che ci circonda è uno dei modi più facili per far partire il meccanismo.
E a questo proposito, godetevi l’intervento di Sandrine Thuret al TED di Londra del 2015 intitolato È possibile creare nuove cellule cerebrali. Ecco come.
1 commento on "La neurogenesi, questo mistero"