Sapete qual è il nostro più grande limite? No?!
Neanche io, ma so che ognuno ha il suo e che, a livello conscio o inconscio, questo ci blocca. Blocca i nostri desideri, le nostre azioni, i nostri risultati.
Ho scoperto un mondo nascosto e affascinante, fatto di abilità celate dietro un circolo vizioso fatto di dubbi, incertezze, convinzioni che limitano il talento di chi usa in maniera naturale delle strategie diverse. Un mondo fatto da geni della storia dislessici, disgrafici (dis-, dis-, dis-) come Einstein, Leonardo da Vinci, Picasso, Walt Disney, Milton Erickson e tanti altri che hanno fatto la differenza per il mondo proprio grazie alla loro abilità che, purtroppo, nell’apprendimento risulta essere un limite.
La domanda è: cosa succederebbe se ognuna di queste persone invece liberasse il suo talento e lo mettesse a disposizione del mondo?
Da piccola volevo fare il meccanico perché mi piaceva l’idea che l’automobile fosse il risultato di semplici meccanismi concatenati che creavano un mondo a sé. Ero sicura che sarebbero stati semplici nel momento in cui li avrei capiti ☺.
Poi, in azienda ho imparato che una serie di attività portate avanti separatamente, quando si incastrano l’una con l’altra diventano un prodotto. Una serie di numeri a budget diventano il navigatore che col giusto pilota si trasformano in risultati in un bilancio e così via.
Ho imparato che un cocktail è il risultato di una serie di bevande che messe insieme nelle giuste quantità creano un’altra bevanda, più buona. Il computer più potente sembrerà il peggiore se lo usiamo male perché i meccanismi si incastreranno l’uno con l’altro in maniera non ottimale.
E se tutto è il risultato di un modello che si inceppa o favorisce la creazione di qualcosa di più grande della semplice somma di elementi distinti, allora anche una persona, e ciò che ottiene in un ambito o nell’altro, sono il risultato di una serie di meccanismi che mettiamo in atto quando compiamo delle azioni.
Certo, qualcosa sarà più naturale di qualcos’altro perché OGNUNO HA IL SUO TALENTO. Come le ricette della nonna, c’è sempre la pietanza che rende la nostra nonna insuperabile.
E così sono approdata al mondo della formazione, dell’IMPOSSIBILE che diventa POSSIBILE e del possibile che diventa FATTO.
Un team, una città, un paese, il mondo intero, visto coi miei occhi, è un insieme di persone. Se ognuno trovasse il modo di diventare esattamente quello che vuole essere, sarebbe un ingrediente migliore che farebbe del mondo il miglior cocktail mai creato.
E ne ho fatto la mia MISSIONE.
Da dove partire se non dall’apprendimento, dalla CONOSCENZA, il motore, il cuore pulsante, che spinge ognuno di noi in una direzione o in un’altra?
La realtà del mondo, in fondo, nasce da idee in continua progressione. Ad esempio, se non avessero inventato la ruota oggi, non sarebbero nate una quantità di invenzioni che hanno migliorato la nostra vita: la bicicletta, l’automobile, i passeggini, gli orologi…
CONOSCENZA → IDEE →NUOVE CONOSCENZE→NUOVE IDEE…
Mi sono resa conto che nessuno mi aveva mai spiegato i meccanismi della conoscenza, quelli che rendono più veloce la mia auto, più raffinato il mio cocktail, più alto l’utile a fine anno, più efficiente il mio computer; e se noi per primi non abbiamo mai imparato ad imparare, c’è una categoria di persone che ha ancora più bisogno di una mano a ritagliarsi il proprio posto nel mondo. Mi riferisco alle persone con difficoltà di apprendimento.
Vi è mai capitato di non saper risolvere un’equazione a scuola? Il motivo era sempre lo stesso: avevamo sbagliato strategia e l’equazione sembrava impossibile da risolvere. Poi qualcuno ci dava una “strategia diversa” ed ecco che l’impossibile diventava possibile e poi un risultato.
Così ho creato DISLEGO, un percorso fatto da tasselli diversi, composto da eccellenze pronte ad accogliere chi ha voglia di trasformare un circolo vizioso in virtuoso, di credere che, facendo COSE DIVERSE, si ottengono RISULTATI DIVERSI. Del resto, un supereroe, finché non sa gestire il proprio potere, è solo un ragazzo che si sente diverso ma che quando impara a gestirlo sa fare la differenza. E la fa quando prende coscienza delle sue abilità e saprà anche comprendere chi intorno a lui non ha ancora imparato che la vita è matematica e che alla fine i conti tornano. Sempre.
Cristina Giambarresi
2 commenti on "Dislessia: un supereroe che si sente diverso"
emozioneeeeee
eh giàààà...alla fine i conti tornano sempre! :) Brava Criiii...ottimo progetto, ottimo nome, ottima sfida, e ottime strategie! le strategie di un gruppo speciale, fatto di persone speciali che sapranno rendere un po' più speciale la vita di menti straordinarie! complimenti a Te ! in bocca al lupo! ciaooooo