Quando il successo porta al fallimento
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Quando il successo porta al fallimento
18 agosto 2016 - 19:35, by , in Educazione, No comments

Traduzione di un articolo di Jessica Lahey originariamente pubblicato sul The Atlantic. [grassetto aggiunto]

 

La pressione per ottenere risultati accademici è un crimine contro l’apprendimento.

 

Ho conosciuto la madre che sedeva davanti a me in questo colloquio genitori-insegnanti anni fa, e ne abbiamo passate molte assieme. Ho insegnato a tre dei suoi figli, e mi piace pensare di essere davvero diventate amiche durante questo periodo. Lei è una madre coscienziosa che ovviamente ama i suoi figli con tutto il cuore. Sono sempre stata sincera con lei riguardo ai loro punti di forza e alle loro debolezze, e penso che lei si aspetti che le dica la verità. Ma quando mi espone la preoccupazione che l’ha infastidita per un po’, tutto quello che posso fare è un cenno con la testa.

 

“I voti di Marianna vanno bene; non è questo che mi preoccupa, ma sembra aver smesso di amare l’apprendimento“.

 

Ha assolutamente ragione. Ho notato la stessa cosa riguardo sua figlia nei precedenti due o tre anni in cui sono stato la sua insegnante di Inglese, Latino e scrittura alle scuole medie, e io ho la risposta, proprio lì, sulla punta della mia lingua, riguardo ciò che è andato male. Tuttavia sono straziata dalla mia responsabilità di aiutare Marianna e la consapevolezza che quello che dovrei dire è una verità che non sono sicura questa madre sia pronta ad ascoltare.

 

La verità – per questo genitore e per molti altri – è questa: sua figlia ha sacrificato la sua curiosità naturale e l’amore per l’apprendimento sull’altare del risultato, ed è colpa nostra. I genitori di Marianna, i suoi insegnanti, e la società in generale – siamo tutti responsabili per questo crimine contro l’apprendimento. Dal suo primo giorno di scuola l’abbiamo indirizzata verso quell’altare e l’abbiamo allenata a misurare il suo progresso attraverso voti, punteggi e premi. Abbiamo insegnato a Marianna che il suo potenziale è legato al suo intelletto, e che il suo intelletto è più importante del suo carattere. Le abbiamo detto di tornare a casa orgogliosa portando dei 10, dei trofei, e delle ammissioni al college, e inavvertitamente le abbiamo insegnato che non ci interessa per davvero come ottiene queste cose. Le abbiamo insegnato a proteggere la sua perfezione accademica ed extracurricolare a tutti i costi e che è meglio abbandonare quando le cose si fanno complicate piuttosto che rischiare di rovinare quel record perfetto. Soprattutto, le abbiamo insegnato ad aver paura del fallimento. Quella paura è ciò che ha distrutto il suo amore per l’apprendimento.

 

Guardo questa madre e la preoccupazione sulla sua faccia, la sua avida matita in procinto di scrivere le mie parole di saggezza. Fatico a trovare un modo gentile per spiegarle che l’assillo giornaliero riguardo voti e punteggi non fa che aumentare la dipendenza di Marianna dalla tendenza di sua madre a risolvere i problemi e intervenire al posto suo, e inoltre le insegna che le ricompense esterne sono molto più importanti degli sforzi che Marianna investe nella sua educazione. Marianna è così preoccupata dal compiacere i suoi genitori che l’amore che provava per l’apprendimento è stato spazzato via dal suo ardente desiderio di ottenere la loro approvazione.

 

Da parte di sua madre non darle tregue deriva dall’amore – è chiaro. Vuole il mondo per i suoi figli, e tuttavia le stesse cose che sta facendo per incoraggiare il tipo di risultati che sente li aiuteranno maggiormente ad assicurarsi lodi e felicità contemporaneamente potrebbero minare il loro successo futuro.

 

Marianna è molto intelligente e ottiene ottimi risultati, e sua madre glielo ricorda giornalmente. Tuttavia, Marianna non viene elogiata per la diligenza e lo sforzo che mette nell’impegnarsi in un difficile problema di matematica o una complicata indagine scientifica. Se quella risposta alla fine della pagina è sbagliata, o se arriva a un punto morto nella sua ricerca, ha fallito – non importa quello che ha imparato dal suo sforzo. E al contrario di quello che potrebbe credere, in queste situazioni più difficili lei sta imparando.  Impara ad essere creativa per quanto riguarda il suo problem-solving. Impara la diligenza. Impara l’autocontrollo e la perseveranza. Ma poiché è spaventata a morte dal fallimento, ha incominciato a prendersi meno rischi intellettuali. Ha dei problemi a scrivere le brutte copie e non le piace fare ipotesi o pensare ad alta voce in classe. Sa che se prova qualcosa di più difficile o di nuovo, e sbaglia, quel fallimento sarà una chiara prova del fatto che non è così intelligente quanto chiunque continua a dirle. Meglio stare al sicuro. È questo quello che vogliamo? Ragazzi che prendono dei bellissimi 10 ma odiano imparare? Ragazzi che ottengono risultati accademici, ma sono troppo spaventati di fare un salto nel vuoto?

 

La madre di Marianna ha ottenuto incredibile successo sia a scuola che sul posto di lavoro, e conosce il valore di quel duro lavoro nella sua stessa vita. Sua madre le ha permesso di sbagliare e giocare per poter imparare, ma ora che sta facendo da genitore per la sua stessa figlia, ha perso di vista il valore della sfida. È troppo preoccupata dei futuri risultati di Marianna per permettere a sua figlia di affrontare gli ostacoli sul suo cammino. Vuol dare tutto a Marianna, e tuttavia si dimentica che la sue migliori esperienze da ragazza sono probabilmente derivate dall’eccitazione nell’affrontare delle sfide, provare nuovamente ad ottenere qualcosa totalmente da sé, semplicemente per l’avventura e il piacere inerenti all’apprendere qualcosa di nuovo.

 

Capisco questa madre perché è proprio come me. E dirle la verità è difficile sia perché sono spaventata dal fatto che si metterà sulla difensiva e si arrabbierà, sia perché significa che devo rimediare a tutti gli stessi errori che faccio nell’educare i miei figli. Forse è il momento di condividere qualche verità con lei, e insieme possiamo aiutare i nostri bambini a riscoprire il loro coraggio intellettuale, il loro entusiasmo per l’apprendimento, e la resilienza di cui hanno bisogno per diventare adulti indipendenti e competenti. Con un po’ di fortuna, loro ripenseranno alla loro gioventù e ci ringrazieranno; non solo per il nostro incrollabile amore, ma per la nostra inclinazione a mettere i loro bisogni emotivi e di sviluppo a lungo termine prima della loro felicità a breve termine. Per la nostra inclinazione a lasciare che le loro vite siano appena un po’ più difficili oggi, in modo che sappiano come affrontare le difficoltà domani.

 

Faccio un profondo respiro, incrocio le dita, e le dico la verità.

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