Guidare è come vivere
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3 settembre 2015 - 10:26, by , in blog, No comments

Questo articolo sarà un po’ diverso dai soliti, in questo articolo vi voglio raccontare un po’ di me, di una mia grande passione e di alcune mie riflessioni.

Chi mi conosce sa bene quanto ami guidare, se potessi  userei la macchina anche per andare da camera mia alla sala, ma non abitando in un castello non risulterebbe così comodo…

E questo non per pigrizia, anzi non sono proprio il genere di persona che si possa definire tale.

L’amore per le automobili è scoppiato da bimba, quando andavo in giro con mio papà, che tendeva a cambiare strada ogni volta, per farmi imparare sempre strade diverse.

Amavo stare in macchina, cantare a squarciagola e guardare fuori.

Pare che da ancora più piccola, la guida fosse per me la miglior ninnananna, in macchina dormivo beata e appena la macchina si fermava io saltavo su come un grillo. (Questa è anche una questione di ancore ma questa è un’altra storia).

Stella bimba auto

La passione ha continuato a nutrirsi e con il passare degli anni ho iniziato ad andare sui Go Kart e poi quando finalmente ho potuto, ho dedicato un’intera estate a Milano per potermi permettere la patente e con un po’ d’aiuto da parte dei miei anche una macchina!

Una cabrio, meravigliosa! Era una punto del 97, ma per me era come una spider nuova fiammante.

Come dicevo, amavo guidare tanto da iscrivermi a vari corsi di guida: sicura, sportiva e rally su strada.

Quei corsi che credevo fossero puri corsi di guida si rivelarono in realtà grandi corsi di formazione personale.

Già da bimba mio padre mi aveva insegnato che la guida può essere una metafora della vita, ma ero troppo piccola per comprendere.

Ritrovai questo concetto mentre guidavo per le strade di Roma, e un mio amico mi disse:  “non farti superare, se ti fai superare in macchina, è come se stessi ammettendo che il tuo tempo è meno importante del suo e che quindi lui può passare avanti”.
Ecco, mi sembrò un po’ estremo come pensiero, però lo tenni a mente. Ancora oggi quando qualcuno cerca di tagliarmi la strada io generalmente non lo faccio passare a meno che non me lo chieda con gentilezza.

Durante il corso di guida sicura mi insegnarono che non bisogna mai guardare l’ostacolo, bisogna guardare oltre l’ostacolo, perché noi andiamo esattamente nella direzione in cui guardiamo.

E così fu che tutti i corsisti che guardavano il birillo prendevano il birillo, e chi guardava oltre riusciva a non colpirlo.

Ma cosa c’entra questo con la vita?

Forse niente, ma forse tutto!

Moltissime volte ci accade di continuare a concentrarci su quello che non vogliamo (l’ostacolo) e non guardiamo oltre, questo ci impedisce di uscire prima da situazioni scomode.

Nell’ultimo periodo mi è capitato spesso di fare viaggi in macchina per corsi, presentazioni e assistenze in giro per l’italia e mentre guidavo riflettevo, e pensavo a quanto fosse bello avere il privilegio di poter guidare e vedere posti meravigliosi mentre ero in macchina.

E poi ho iniziato a ripensare alle curve, a come tenere le curve, al mio maestro di guida, ex campione di rally che diceva sempre: “in una curva è sempre meglio entrare piano e uscire veloci che entrare veloci e non uscirne. Ma quando sei entrato non conta più nulla, devi uscire da quella curva”.

E sorridevo pensando a quante persone prendevano una curva evidentemente troppo veloci, ed erano costretti a cambiare corsia perché non riuscivano a tenerla.

Mi divertivo a tenere le curve, a non spostarmi mai, perché se avevo deciso di prendere quella corsia dovevo tenerla, e nulla doveva o poteva farmi cambiare idea.

Ho pensato alle curve come una grande metafora, come quando prendiamo delle decisioni. Poi riusciamo a portarle avanti?

Quante volte cambiamo strada? Con questo non voglio dire che una volta deciso non si possa più cambiare idea, ma intendo qualcosa di diverso, quando la curva inizia a diventare stretta, riusciamo ad avere il coraggio di restare e di tenerla fino alla fine?

Questo articolo è un invito, a pensare prima di scegliere.

A resistere quando abbiamo scelto.

E a guidare, a curvare e a godere del piacere e dell’esperienza che la guida è in grado di trasmetterci.

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