Respiro e memoria
You are here: Home \ blog \ Respiro e memoria
5 novembre 2015 - 11:04, by , in blog, No comments

C’è un cosa che l’uomo fa ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e quasi ogni secondo senza accorgersi nemmeno: respirare.

In media vengono fatti 13 atti respiratori in un minuto, moltiplicati quindi per un’ora sono 780 respiri e in un giorno sono circa 18720 senza contare tutte le volte che siamo agitati e quindi dovremmo arrotondare per eccesso.

18720 respiri al giorno e noi nemmeno ci accorgiamo di quanto respirare sia prezioso per la nostra vita e per il nostro organismo. Tutti noi siamo consapevoli di quanto il nostro essere viventi derivi da quello ma nessuno dà il peso giusto all’atto della respirazione.

Mi sono incuriosita molto dopo un’esercitazione fatta  all’università proprio su questo tema. Ho scoperto moltissime cose nuove e altrettanto affascinanti su questa ‘’macchina’’ meravigliosa e misteriosa che è il corpo umano.

Cos’è la respirazione? Cosa vuol dire respirare e quanto può influire sulle performance di un individuo?

Il respiro è un processo che avviene in modo automatico grazie all’azione dei muscoli inspiratori ed espiratori. La respirazione avviene in  modo consapevole, ha anche una funzione fisiologica e psicologica, viene infatti chiamato ‘’comportamento respiratorio’’ in psicologia.

La respirazione avviene grazie all’apparato respiratorio diviso in due tipi di organi:

  • Gli organi cavi che sono i piccoli tubi in cui avvengono gli scambi gassosi dall’interno all’esterno e i vasi sanguigni che trasportano l’ossigeno e l’anidride carbonica insieme al sangue, alle strutture interessate
  • I polmoni che accumulano aria e fungono da raccoglitori. Qui avvengono gli scambi gassosi a livello degli alveoli, microstrutture la cui funzione è quella di scambiare gas.

A queste due strutture sono da aggiungere anche altri organi ausiliari ma non meno importanti come per esempio il diaframma, muscolo adibito alla respirazione che permette l’allargamento della gabbia toracica e quindi aumenta la capacità polmonare, i sacchi aeriferi e i muscoli intercostali.

La respirazione si divide in due parti: espirazione e inspirazione .

L’espirazione solitamente è passiva, determinata dal rilascio della forza elastica del parenchima polmonare. Il volume toracico diminuisce, i polmoni vengono compressi e l’aria espulsa.

L’inspirazione avviene grazie alla contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma, tale contrazione provoca un aumento di volume polmonare e una diminuzione della pressione intrapleurica: ne consegue un’aspirazione dell’aria nei polmoni.

Come può essere misurato il respiro?

Può essere misurato con degli strumenti o essere sentito attraverso i sensi. Essendo un ‘’comportamento respiratorio‘’ i ricercatori hanno progettato dei software che riescono a captare la frequenza del respiro traducendola in vere e proprie parole. Si sono chiesti cosa potesse fare un respiro se si fosse in grado di misurare le emozioni. Da questo hanno progettato il protocollo di sperimentazione chiamato ‘’esperimento di lock in’’ dove le parole che un paziente con problemi cerebrali e fisici non riusciva a dire sono state tradotte dal respiro stesso.

Il respiro come influenza le performance fisiche dell’individuo?

Il ritmo respiratorio non è influenzato solo dal rapporto metabolico ma anche dal timing di modelli ritmici simultanei. Il respiro infatti si sincronizza durante il movimento sia nell’essere umano sia negli animali. La respirazione influenza i pattern temporali e la precisione dei movimenti volontari, il tutto è stato scoperto Rassler nel 2000. La performance fisica è strettamente collegata al respiro infatti nell’attività cardio il consumo dell’ossigeno varia solo nei primi 5 minuti, poi raggiunge una costante che rimane invariata nel corso del tempo, ciò che cambia è la fatica ovvero la produzione dell’acido lattico. Il muscolo, per essere sottoposto a uno sforzo intenso, necessita di grandi quantità di ossigeno che permette di accumulare energia per il movimento. Molti sportivi utilizzano anche tecniche di rilassamento e respirazione basate sul training autogeno che permette di controllare maggiormente il respiro e permettere all’individuo di arrivare a uno stato di benessere psicofisico  e concentrazione tale da fargli migliorare la resa sportiva.

La respirazione è una pratica utilizzata anche nei giochi di squadra perché aumenta l’affiatamento del gruppo, infatti nella partecipazione di attività congiunte è riscontrabile un’inconsapevole sincronizzazione e imitazione dei molteplici comportamenti del partner. Ciò è stato scoperto da Richardson, Shockley e Schmidt tra il 1997 e il 2007.

Il processo respiratorio è coinvolto anche nell’attivazione delle emozioni. Può essere manipolato a proprio piacere poiché controllato in modo sia automatico che volontario. La variazione della respirazione è in grado di variare anche altri processi fisiologici come l’aumento del ritmo cardiaco, la temperatura corporea e la sudorazione.

Il corpo si attiva e manda segnali, attraverso neurotrasmettitori, alla corteccia la quale a sua volta invia ulteriori informazioni all’amigdala, centro di controllo emotivo. L’induzione di alcuni stati emotivi è stata scoperta da Bloch et al nel 1991 e da Fhilippot et al nel 2000.

Entrare in uno stato emotivo non è mai facile, un’emozione negativa è molto più facile da rivivere piuttosto che una positiva. Esistono tecniche di visualizzazione e tecniche respiratorie molto efficaci come per esempio il counselling che è la capacità di entrare nelle emozioni altrui. Quest’ultima tecnica viene utilizzata dagli psicologi per far entrare in empatia il paziente con un soggetto esterno: si tratta di fare tre respiri profondi e provare a pensare a una situazione del passato che è avvenuta nella propria vita sia negativa sia positiva e rimettersi nello stato fisiologico e respiratorio di quella situazione. Il secondo partecipante dell’esercizio deve imitare e apprendere il comportamento dell’altro così da entrare in empatia e immettersi nella sua stessa fisiologia. Il terzo individuo funge invece da osservatore e noterà i cambiamenti a livello fisiologico e respiratorio delle due persone. Se l’emozione provata è negativa il respiro sarà affannoso e da un tratto corto, il ritmo molto incalzante e la fisiologia sarà ricurva così da chiudersi in sé stessi e inviare il messaggio ‘’voglio stare da solo, vivermi quest’emozione da solo perché è una cosa che appartiene solo a me‘’, se l’emozione invece è positiva la fisiologia sarà del tutto differente, il busto sarà dritto, le spalle aperte, comparirà sul viso un radioso sorriso, il respiro si farà sempre più lento e con un ritmo regolare così come dire alle altre persone ‘’venite ed esplorate ciò che ho provato, sono orgoglioso di ciò che mi è successo‘’.

Esistono dei veri e propri interventi di induzione emotiva in bioenergetica o di consapevolezza chiamati ‘’mindfulness’’.

La respirazione è importantissima anche per aumentare le performance lavorative oltre che quelle sportive. Attivare una buona fisiologia permette di sembrare più sicuri e di avere fiducia in sé stessi. Ti è mai capitato di arrivare davanti a un professore o a un colloquio di lavoro ed essere così in panico da non sentire aria nei polmoni? Ti è mai capitato di litigare con qualcuno così intensamente da riversare su di lui così tante parole che nemmeno sai come sia potuto accadere, ma soprattutto le cose più importanti ti vengono in mente quando la discussione è già finita? O ti è mai capitato di essere così calmo che tutto ti appariva più facile?

La gestione dello stato d’animo e la respirazione sono strettamente interconnessi infatti se qualcosa non va è da subito percepibile poiché il respiro diventa più corto, la bocca si asciuga, il battito cardiaco aumenta in simultanea alla sudorazione e nella mente c’è il buio, non ci si ricorda più nulla anche se si era preparati più che a sufficienza sull’argomento che bisognava esporre. Il tutto accade perché la sostanza salina che c’è tra le guaine mieliniche che permettono il passaggio dell’impulso elettrico da un neurone a quello successivo si indurisce, il cervello in carenza di ossigeno non riesce ad attuare la sua funzione di grande macchina trasportatrice di informazioni e così si finisce per non dire nulla.

Ci sono studi che dicono che anche tenere gambe e braccia incrociate, oltre ad essere simbolo di chiusura verso l’interlocutore, impedisca al cervello di apprendere al meglio. Gli arti incrociati, soprattutto quelli superiori impediscono infatti il passaggio di aria nei polmoni e ostruiscono la capacità polmonare, l’ossigeno così non arriva in giuste quantità a livello della corteccia e in media vengono persi circa il 30% delle informazioni che si stanno apprendendo in quel momento. In questi casi è utile mettersi comodi sulla propria sedia con la schiena dritta e le spalle larghe, chiudere gli occhi pensare a qualcosa di bello e felice e prendere tre respiri profondi concentrandosi sull’aria che espirate e inspirate, vedrete come in un attimo il vostro corpo risponderà in una maniera diversa. Vi sentirete più leggeri e liberi da ogni peso.

Respirare è un dono meraviglioso che ci viene offerto ogni giorno dal nostro corpo. Solo quando ci manca l’aria ci accorgiamo di quanto sia uno strumento utile e importante per noi stessi e per gli altri . Tutti dovremmo imparare a respirare: discipline come lo yoga o la meditazione possono venirci in soccorso per scoprire quanto il nostro potenziale derivi proprio da una corretta respirazione.

 

 

Lascia un commento

Share This